Zone ATEX
Cosa è una zona ATEX?
ATEX è acronimo di ATmosphères EXplosives, ossia atmosfere esplosive; l’esplosione è una violenta reazione chimica di ossidazione di un combustibile in presenza di un comburente, con produzione di gas ad altissima temperatura e fiamme. Per innescare un’esplosione è necessaria una sorgente di energia sufficiente.
Un’atmosfera esplosiva è una miscela di aria e gas, vapori, nebbie o polveri infiammabili, in determinate condizioni ambientali. Una miscela si dice “potenzialmente esplosiva” se, per cause operative o ambientali, esiste la possibilità che si trasformi in un’atmosfera esplosiva.
La direttiva ATEX si occupa solo delle atmosfere potenzialmente esplosive e la loro classificazione è legata alla probabilità che in un certo luogo ci possa essere presenza di miscele esplosive.
Le condizioni ambientali considerate nella direttiva ATEX per la classificazione delle zone prevedono che nell’aria sia presente circa il 21% di ossigeno (il comburente necessario perché avvenga la reazione), che la pressione sia pari a 1013,25 mbar e che la temperatura sia 20°C.
Classificazione zone ATEX
Zone ATEX: gas
Le atmosfere esplosive per presenza di gas, vapori o nebbie infiammabili sono:
- Zona 0: Area in cui è presente in permanenza o per lunghi periodi o frequentemente un’atmosfera esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia
- Zona 1: Area in cui la formazione di un’atmosfera esplosiva, consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapori o nebbia, è probabile che avvenga occasionalmente durante le normali attività
- Zona 2: Area in cui durante le normali attività non è probabile la formazione di un’atmosfera esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia o, qualora si verifichi, sia unicamente di breve durata
Zone ATEX: polveri
Se invece l’atmosfera esplosiva è data dalla presenza di polveri combustibili la classificazione è la seguente:
- Zona 20: Area in cui è presente in permanenza o per lunghi periodi o frequentemente un’atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile nell’aria
- Zona 21: Area in cui la formazione di un’atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile nell’aria, è probabile che avvenga occasionalmente durante le normali attività
- Zona 22: Area in cui durante le normali attività non è probabile la formazione di un’atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile o, qualora si verifichi, sia unicamente di breve durata
Dispositivi per zone ATEX
I dispositivi per zone ATEX rappresentano una categoria essenziale nel panorama impiantistico industriale, quando la possibile dispersione in aria di combustibili (gas, vapori o polveri) può portare alla formazione di atmosfere potenzialmente esplosive. Tra questi dispositivi, i trasmettitori di pressione ATEX svolgono un ruolo fondamentale nella sicurezza e nell’efficienza dei processi industriali, essendo la pressione il parametro fisico più importante per il trattamento, la movimentazione e lo stoccaggio dei gas. Questi strumenti sono progettati per operare in ambienti classificati secondo le direttiva Atex, garantendo la misurazione accurata della pressione in totale sicurezza. I trasmettitori di pressione ATEX sono dotati di caratteristiche intrinseche di sicurezza e sigillature ermetiche, per prevenire il possibile innesco di atmosfere esplosive e le fuoriuscite del gas. Inoltre, sono realizzati con materiali robusti e tecnologie avanzate per resistere a temperature estreme e condizioni ambientali avverse. Questi dispositivi sono essenziali per il monitoraggio e il controllo dei processi industriali nelle zone ATEX, assicurando la sicurezza degli impianti e la conformità alle normative di sicurezza.
Processi e settori soggetti a zona Atex
Svariati sono i processi produttivi nei quali esiste la possibilità di formazione di miscele esplosive:
Può stupire la classificazione ATEX di parti di laboratori di falegnameria e di aziende di lavorazione e stoccaggio di cereali e farine; in entrambi i casi sono le polveri finissime sospese nell’aria che possono, se opportunamente innescate, dare luogo a violente esplosioni.
L’industria chimica, le discariche, gli impianti di trattamento dei gas combustibili, gli impianti di verniciatura e gli impianti di produzione dell’energia, sono luoghi nei quali tipicamente si possono creare miscele gassose esplosive per la presenza di gas generati dalla decomposizione, solventi e gas combustibili.
Le sorgenti di innesco possono essere svariate: scintille originate da urti o attriti, temperature superficiali elevate, fiamme generate per esempio da operazioni di saldatura o taglio, scariche elettrostatiche causate da scorrimenti o strofinii, archi elettrici generati da organi di manovra o da utilizzatori malfunzionanti.
Per evitare che un dispositivo elettrico o elettronico possa essere causa di innesco di miscele esplosive, esso deve rispettare determinati requisiti costruttivi, di componenti e di materiali, per poter essere utilizzato nelle zone classificate secondo la direttiva ATEX.
Repcom dispone di molti tipi diversi di sonde realizzate secondo tali requisiti e quindi certificati per poter essere utilizzati nelle zone con rischio di esplosione.